domenica 16 marzo 2014

Vintage: la mia passione!

Vi presento dopo molta latitanza la mia creazione Vintage.

Tante prove, tanto lavoro, tanto fare e disfare e tanta tanta gioia!!!!

Vintage Festival - Inghilterra - Marzo 2014


sabato 2 novembre 2013

.... "Nooo, proprio la felpa che mi piaceva tanto!!!"

lavori in corso :-D


... non ti sei resa conto che ti sei appoggiata proprio su quel colore rosso che le tue bimbe non possono usare perché indelebile a VITA?
Tu hai il musetto all'in giù e loro ridono con il ditino puntato?
... Niente paura!


Ti ricordi quel post fantastico su Threads? 

"An Interesting Embellishment Technique"



Come? Ci avevi già pensato?

Ah ma sei già a lavoro?




Certo i colori e i tessuti della decorazione originale proposta dal post su Threads è molto chic.

Ma si è dimostrata una tecnica super versatile!

Ho capito alcune cose della tecnica che potrò migliorare la prossima volta ma direi che il risultato è fantastico!

Adoro trovare questo tipo di soluzioni che rendono UNICA la tua felpa anonima, resuscitata a nuovo fascino. ;-)

Se ho una soluzione da trovare, ovunque io sia continuo ad immaginarmi come potrebbe essere risolta, la giro e rigiro nei miei pensieri fino a che, eureka ho trovato un'idea che mi sembra grandiosa! Peccato che non sempre l'immaginazione coincida con la realtà! hi hi hi



lunedì 18 marzo 2013

"Swapping: combattere contro il nemico numero uno della Moda, il tempo."una tesi di laurea

Con vero piacere oggi riporto un articolo ( http://rispendo.corriere.it/2011/07/22/swapping-da-tendenza-a-stile-di-vita-tesi-di-laura-conti-universita-la-sapienza/ ) su una tesi molto interessante sullo SWAPPING. ( http://rispendo.corriere.it/files/2011/07/TESI-SWAPPING.pdf ).
Con leggerezza riesce ad analizzare come il mercato della moda si sta evolvendo e diversificando, tenendo conto del contesto culturale.
Ci sono tanti spunti di riflessioni sulle possibilità di barattare, fare shopping e intraprendere nuove professioni.
A presto

martedì 25 dicembre 2012

Riciclare una Donna non Moderna



Questa volta l’argomento è il riciclo di me stessa in questa festa di rinascita. 
Donna moderna aveva lanciato come argomento del mese di Dicembre: un lavoro a misura… di mamma.

Cosa mi porta a parlarne qui? 


Il motivo per cui ne parlo qui è che sono ancora alla ricerca del lavoro ideale. Mi piacerebbe avere un laboratorio artigianale di riciclo attraverso il cucito e non solo: un laboratorio per realizzare creazioni particolari mediante la raccolta di vestiti e tutto ciò che è di tessuto, o utilizzabile in tal senso, per dare un senso anche etico e sociale alle creazioni, o comunque creare capi molto duraturi per una cultura di consumo diversa. Oppure vorrei intraprendere, come Counselor, un percorso finalizzato a diffondere il benessere organizzativo nelle piccole e medie imprese, e farne una professione.
foto Ari
Come dovrebbe essere per essere conciliabile con il ruolo di mamma?  

  • Ovviamente remunerativo o almeno non penalizzato fiscalmente; l’ideale sarebbe la concessione di alcune agevolazioni o riconoscimenti tipici del lavoratore dipendente. Si tratterebbe, in sostanza, di sfatare il mito (poiché di questo si tratta) dell’invulnerabilità del posto fisso. Mi viene spesso da pensare che fino agli inizi del novecento questo istituto non esisteva e che si mormora che si stava meglio!
  • Che sia tutelata nei periodi di malattia suoi e delle persone di cui si deve prendere cura, che spesso include i genitori anziani. Per questo vorrei sfatare il mito della malattia, che spesso viene rinfacciato ai lavoratori dipendenti. Farò una ricerca sulla copertura in caso di malattie gravi per le artigiane e imprenditrici, ma per quanto riguarda la malattia ordinaria non è un istituto di cui il lavoratore dipendente può abusare, se ne usufruisce in realtà solo nei casi eccezionali e con vari sensi di colpa e ansie e a fronte di varie tasse versate. La copertura della malattia per un figlio dura, invece, solo fino ai 3 anni e non è remunerata. So che per i lavoratori dipendenti c'è anche la possibilità di aspettativa retributita dall'INPS per malattia grave dei genitori, esiste la stessa possibilità per tutte le altre forme di lavoro molto diffuse e preziose per l'attuale contesto (autonomo, free lance o a tempo determinato)?
  • che possa accedere al Credito: per qualunque finanziamento serve la busta paga, esiste un'alternativa simile per un artigiano? Non è così facile, e sono necessarie garanzie reali o simili. Un Fondo, per esempio, che garantisse la possibilità di accedere ad un finanziamento o ad un Mutuo ipotecario per la casa anche se non lavoratrice dipendente. So che si stanno diffondendo i Mutui affitti che io trovo geniali anche per cominciare a decentrare la dipendenza dalle Banche. Per questi ultimi rimane da regolamentare urgentemente un istituto che tuteli l'accquirente in caso di default del costruttore/venditore per evitare che l'affitto versato negli anni non dia più nessun diritto di proprietà e/o possesso sull'immobile.  
  • che consenta un'evoluzione continua: Corsi di sostegno dell’imprenditorialità o di lingua.
  • che consenta di poter lavorare stando vicino ai propri figli, poter tornare a pranzo con loro, essere a disposizione , anche se qualcuno si occupa di loro, per un bacio, una Domanda, uno sguardo, anche se qualche giorno con spostamenti e viaggi. 
  • che valorizzi l’antica gestione dell’economia familiare, fondata sul proprio impegno e sulla propria capacità di crearsi una rete, con la possibilità di vendere senza troppe tasse e da casa e rivalutare il baratto di beni, servizi e tempo, creando dei meccanismi di facilitazione. Giá sono nati privatamente tante modalità per mettersi in contatto, basterebbe solo lavorare, come giá sta avvenendo, sul renderlo culturalmente "normale" ( se non indispensabile). 

Cosa potrebbe rendere più facile la vita della mamma che lavora?

foto Ari
Per me un ostacolo forte al benessere femminile è il Conflitto e/o la Negazione dei nostri istinti, conflitti spesso interiori ma il più delle volte i più sentiti sono tra i nostri desideri e l'idea di donna introiettata:

  • L'istinto a stare vicino al proprio figlio, proprio come se fossimo un gatto o altro animale programmato per accudire la prole appena nata sembrerebbe superfluo, eccessivo. Ricerche Neurologiche dimostrano che la vicinanza corporea innesca profondi processi comunicativi e mi chiedo come questo sia sostituibile dai tre mesi del bambino con un ambiente con rumori e numerose figure proprie del nido. Quindi, banalmente, penso che ci sarebbe bisogno di mesi in più di maternità retribuita, per dipendenti e lavoratrici autonome.
  • Io credo che la parte femminile è la parte deputata a prendersi cura, a sostenere e coccolare mentre la parte maschile è quella deputata a dare un punto fermo, attraverso regole e premi, quindi, soprattutto nell'età evolutiva, il tempo da trascorrere con la parte femminile sia necessariamente maggiore. Ovviamente in ognuno di noi queste parti sono mixate in vari modi, pertanto, la scelta della famiglia dovrebbe essere un diritto inalienabile. Lo stipendio maschile, invece, in media sembra maggiore di quello femminile e questa è anche la mia esperienza. Sarebbe necessario un meccanismo per rendere indifferente economicamente il congedo parentale paterno, che è invece impedito spesso sia da ragioni culturali ma, soprattutto, da ragioni economiche, perchè lo stipendio "maschile" è quasi sempre maggiore di quello femminile e rende, di fatto, impossibile la scelta del papà di usufruirne, e anche magari la possibilità di usufruirne a gg alterni.  
  • Bisogno di Realizzazione personale.  Cosa vuol dire? Quando mi sento realizzata? Sembra che la maternità non rientri tra i motivi di realizzazione e crea un debito che pregiudichi il raggiungimento di futuri obiettivi in questo senso. Quindi diffondere una nuova cultura renderebbe le scelte delle donne più diversificate. Io sono cresciuta con l’idea che il cucito fosse un lavoro da schiavi e che non mi avrebbe reso mai una donna Moderna e libera. (Credo che questo riguardi anche l’agricoltura).  Infatti, ho scelto un percorso di studi di Economia e Finanza nel 1994 e credevo che questo mi avrebbe permesso di Realizzarmi. Su questo è inutile spendere altre considerazioni, visto che nel contesto attuale è evidente che la crisi della Finanza si espande a tutto il sistema a causa dei marchingegni che si cercano di adottare per camuffarla, addomesticarla, contenerla. Vorrei invece dilungarmi su cosa significhi realizzarsi e se questo è davvero un bisogno personale o sociale, ma ho ancora molto bisogno di riflettere e documentarmi e lo vorrei per ogni donna (o forse per ogni persona, uomo o donna che sia). 
  • in generale mi piacerebbe che si diffondesse una cultura di sostegno alle famiglie nella tutela dei propri figli nei primi due anni di vita. Le mamme e i papà sono spesso vittime di mobbing aziendale e culturale che impedisce la scelta di stare di più con il proprio bambino (per le lavoratrici autonome non so bene). Con questa premessa si creerebbe una relazione di maggior fiducia e motivazione tra lavoratore e azienda, o tra imprenditore e sistema, e la creatività potrebbe dar luogo a varie idee: lavoro a distanza, diversi orari,  lavoro part-time, diversa organizzazione e gestione delle risorse. Nella mia esperienza ho trovato molto supporto e la possibilità del part time mi agevola tantissimo, perchè senza un contorno familiare non potremmo altrimenti affrontare la vita quotidiana.
  • Forse aumentare le occasioni di confronto tra famiglie, istituzioni e aziende accettando il fatto che ogni famiglia e azienda ha le sue peculiarità e il diritto di averle e trovare una propria alternativa.
  • La lavoratrice o imprenditrice che si sentisse ascoltato, capita, supportata potrebbe sentirsi più appassionata e innescare un circolo virtuoso favorevole a tutto il sistema. Creatività, esplorazione e sperimentazione ne deriverebbero.

foto Ari
Abbiamo tutte poco tempo (da perdere). Come ottimizzarlo? 

- Per quanto riguarda il Tempo e cosa potrebbe rendere più facile la vita della mamma (e di tutta la famiglia) che lavora non posso non parlare di aspetti che riguardano invece Roma: il traffico e i mezzi di trasporto, rendono gli spostamenti verso il lavoro e la scuola e il mantenimento di una rete sociale e l’approvvigionamento di risorse molto difficile. Implementare un sistema di poter ricevere la spesa a casa o al lavoro anche nelle periferie. Non so neanche quanto funzioni al centro. I bisogni di una famiglia sono spesso sparsi in vari punti vendita e varie zone: e se una cooperativa si occupasse di questo?  Io pagherei, poco ma pagherei, per questo ed eviterebbe ulteriori spostamenti e traffico. Sarebbe necessario magari organizzarsi in qualche modo per ridurre al minimo le spese e gli spostamenti, gestendo le richieste, le consegne e il compito degli acquisti tra varie persone (magari associati che volontariamente si offrono di poter comprare nella propria zona in cambio di potersi vedere consegnata altri prodotti da altre zone). Un po' troppo fantasioso o folle? Beh, la follia è il sale della vita.
Per esempio, non riesco ad andare in merceria e in un negozio di tessuti senza perdere ore tra andare, parcheggiare e tornare. Comprare on line da lontano, non è la stessa cosa di avere un servizio simile ad un marito/compagno a disposizione da delegare agli acquisti per tutta Roma....;-)

- Inoltre, c’è un articolo del mio attuale contratto di lavoro che vieta il cambio di mansioni al rientro da maternità, per me è una forzatura che ostacola invece il buon reinserimento. La mamma che lavora potrebbe svolgere efficacemente molti nuovi ruoli meno analitici ma più relazionali, forti della loro esperienza di genitore.
Quali proposte concrete vorresti fare al tuo capo?

<<Lavoriamo insieme con le nostre peculiarità.>>

Molte riflessioni possono essere estese anche ai papà e alla famiglia nel suo complesso.
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... mai dire mai

...così le roselline ripartirono per un nuovo viaggio senza meta, tra il portalavoro, il cassetto e l'armadio fin che un giorno non furono scelte. Si apri l'armadio entro tanta luce, ormai non credevano più che potesse toccare a loro. Più volte si apriva ma non avevano più speranza che quella volta poteva essere la volta in cui toccava proprio a loro. Così, si sentirono sollevate come se fossero delle regine su un risciò, dal buio alla luce, come su un palcoscenico in cui non vedi il pubblico per le luci, diventarono degli accessori sfiziosissimi e misero in pace l'anima di una tuta con tre buchetti e vissero, non sappiamo se felici e contenti (ma chi li indossò sì...), insieme a dei resti di un orlo della tuta stessa, in due spille e orecchini.



sabato 15 dicembre 2012

...quando il cucito può far vivere un tempo di meditazione .....




Il mio cappotto è ritornato dall'esilio! Lo avevo messo due volte e, galeotto il mio giubbotto da moto mi ha tirato un sacco di fili! Per il dolore di vederlo così non riuscivo a fare niente e rimaneva al buio nell'armadio! Fino a che un giorno delle roselline di paillettes si recarono da lui per soccorrerlo. In quel momento il cappotto si rese conto di come si fosse arreso al chiuso e si stesse perdendo viaggi e incontri con il mondo! Torno da me e mi chiese di passare del tempo con piacere con lui, e  che questo lo avrebbe aiutato tantissimo e avrebbe guarito le sue ferite e recuperato energia per riparare i suoi fili sfilati, in un modo che portano ancora il ricordo del trauma ma che sono autentitici senza sforzo di sembrare altro! La lontananza e il ritrovarlo, passarci del tempo insieme alla ricerca dei fili per farli rientrare con ago e filo è stato una sorta di meditazione che me lo fa apprezzare tantissimo e ne vado fiera! 

... Ari Criescion ;)

Finamente la mia borsa è finita... e con tutti i fili annodati! ... Anche se ancora sbuca qualche volta qualche filo di imbastitura! Questa volta dati i tessuti ho dovuto imbastire. La adoro è fashion e funzionale, morbida, forte, femminile ma di carattere ;-)